Venerdì 12 Febbraio 2016, h 12:00
Neppure con una rosa
La violenza nel rapporto tra uomini e donne: perché avviene e come educarsi a riconoscerla e a non commetterla
Novara, Auditorium dell’Istituto Magistrale Contessa Tornielli Bellini
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Conferenza
Con: Maria Beatrice Toro, psicologa psicoterapeuta
A cura di: Comitato per il Progetto Passio

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PRESENTAZIONE

 

LA VIOLENZA SULLE DONNE, TRA VITTIME E AGGRESSORI
Una piaga sociale da conoscere e combattere

di Cristiana Popoli

Perché la violenza può diventare il volto malato dell’amore e quali sono le dinamiche che spingono un uomo a diventare l’aguzzino, il persecutore di una donna? Su queste ed altre domande è intervenuta la psicologa Maria Beatrice Toro nel corso dell’incontro “Neppure con una rosa. La violenza nel rapporto tra uomini e donne: perché avviene e come educarsi a riconoscerla e a non commetterla”, organizzato nell’ambito del Progetto Passio 2016, che si è svolto venerdì 21 Febbraio, presso l’Auditorium dell’Istituto Magistrale Contessa Tornielli Bellini, a cui hanno partecipato gli studenti del 4° e 5° anno dell’Istituto Ravizza. La prima distinzione posta dalla dottoressa Toro è tra violenza contro le donne, in quanto soggetti femminili, e violenza di genere che matura dentro una relazione intima. In entrambi i casi i danni sono devastanti sia a livello fisico, provocando nei casi più gravi la morte, ma anche psichico ed esistenziale, perché le violenze impediscono alla donna di esprimersi come persona, ledendone l’autostima e limitandone la libertà. Il primo fenomeno è più pericoloso, soprattutto in famiglia, se pensiamo allo squilibrio di potere tra un padre violento e la figlia. Tuttavia in un rapporto di coppia, anche se la donna ha un maggiore margine di scelta per cui può mettere in atto strategie che la sottraggano alla violenza, può accadere che la vittima decida di continuare la convivenza interpretando l’aggressività del partner come segno di attenzioni verso di lei, per proteggere i figli o perché la fine del rapporto vanificherebbe la sofferenza che vi ha investito. L’amore diventa violenza quando nasconde una logica legata al possesso. In questa dinamica la donna è considerata un oggetto, su cui l’uomo vuole mantenere un controllo totale, limitandone la libertà in tutti gli ambiti della vita da quello sociale a quello economico. Pertanto, quando viene lasciato o rifiutato, il suo obiettivo è porre la vittima in uno stato di soggezione compromettendone la serenità. Paradossalmente aggredire è comunque un modo per stare in contatto con l’oggetto del desiderio. Le cause di questi comportamenti risiedono in una sottocultura maschilista che vede l’uomo identificarsi nella sua forza fisica e considerare la donna di sua proprietà. È importante pertanto combattere questa mentalità con l’educazione al rispetto, decifrare i primi segnali del comportamento violento per bloccarlo subito e chiedere aiuto.