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«IL SIGNORE NE HA BISOGNO»
Gratitudine e affetto per chi aiuta gli altri nell’omelia del Vescovo
«Il Signore ne ha bisogno, poi ve lo rimanderà». Mons. Brambilla prende spunto dal racconto dell’evangelista Matteo – in cui Gesù fa prendere in prestito un asino come cavalcatura per entrare in Gerusalemme – per ricordare con gratitudine e affetto, nell’omelia della domenica delle Palme, l’impegno profuso da coloro, che in questi tragici momenti, si prendono cura degli altri. «Il Signore ha bisogno di tutti coloro che danno una mano per aiutare le persone in difficoltà – afferma il Vescovo –: medici, infermieri, amministratori pubblici, chi continua a lavorare per fornire i servizi essenziali, gli insegnanti che trasmettono lezioni a distanza per tenere occupati i ragazzi, le famiglie che si sono reinventate la vita in casa. È un impegno prezioso. Il Signore ne ha bisogno, poi ce lo rimanderà indietro». Le parole riecheggiano in una Cattedrale che sembra ancor più ampia, vuota per l’assenza di popolo richiesta dal distanziamento sociale contro la diffusione del coronavirus. «La vostra mancanza è una grande ferita, che speriamo di colmare con la gioia della risurrezione di Cristo che celebreremo a Pasqua», dice Brambilla rivolgendosi ai fedeli che assistono a distanza alla celebrazione su Internet e in televisione. «Questa Quaresima di quarantena, due parole che curiosamente hanno la stessa origine – osserva il Vescovo –, ci ha privati di affetti, presenze e volti. Mettendoci di fronte al quel “silenzio di Dio” che notiamo anche nel racconto della Passione, dove Gesù non pronuncia che pochissime parole. Un silenzio non “assordante”, ma eloquente, favorevole alla comprensione, come gli spazi bianchi tra le righe di un testo scritto, come le pause tra le parole di un discorso. Come un respiro tra le sue parole».