Ambiente di gioco che forma alla violenza? Virtualità immersiva che isola e impigrisce? Esperienza artificiale che dissocia dalla realtà? Molteplici sono le rappresentazioni negative di chi vede nei videogame una fonte di rischio per la salute e il benessere dei suoi fruitori, giovani e meno giovani. Certamente i videogiochi hanno degli effetti su di noi; altrimenti non sarebbero interessanti e non ci giocheremmo! E come tutti i media e le passioni in cui possiamo impegnarci, presentano dei rischi, e i più noti al grande pubblico, spesso travisati, sono quelli legati al dibattito sui contenuti violenti e ai loro possibili effetti imitativi, e quello relativo ad abuso e dipendenza. La ricerca scientifica degli ultimi decenni ha permesso di comprendere a fondo questi fenomeni, soprattutto nei termini dell’identificazione del reale ruolo dei videogiochi e di numerosi altri fattori. Occorre poi osservare che i videogiochi oggi raramente isolano, ma possono al contrario stimolare alla relazione con altri utenti e al coinvolgimento sociale tra gli appassionati. Inoltre, i videogiochi sono usati sempre più anche come strumenti pedagogici e formativi, in quanto capaci di potenziare abilità cognitive come attenzione e creatività dei giocatori, ma anche, forse più insospettabilmente, abilità emotivo-sociali come l’empatia e il giudizio morale. In quale misura un videogioco può catturare, imprigionare e limitare l’immaginazione dell’utente, e quanto invece può contribuire a stimolarla e arricchirla? I videogiochi possono veicolare persino “esperienze trasformative”, utili a farci crescere come persone dal punto di vista esistenziale e a cambiare le nostre vite? Stefano Triberti, mostrando esempi di sessioni di gioco di alcuni tra i più popolari videogame, evidenzia le modalità di interazione tra videogame e giocatore/i, per indagarne gli aspetti emotivi e cognitivi e per riflettere sulle loro potenziali ricadute positive e negative, fornendo elementi utili ad aumentare l’auto-coscienza dell’utente-giocatore, e strumenti di valutazione che vadano oltre a scontati pregiudizi e stereotipi.