Sabato 24 Febbraio 2024, h 17:00
Chat GPT: la macchina parla, ma sa quel che dice?
Intelligenza umana e artificiale a confronto
Novara, Salone dell’Arengo al Broletto
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Conferenza
Con: Roberto Battiston, docente di Fisica Sperimentale, Università di Trento
Modera: don Luca Peyron, direttore della Pastorale universitaria di Torino e docente di Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano

VIDEO


DESCRIZIONE

CRONACA

CHAT GPT, L’INTELLIGENZA DEL RASTRELLO
Il fisico Battiston e il teologo Peyron spiegano il modello di linguaggio OpenAI

«Chat GPT ha l’intelligenza di un rastrello». Così Roberto Battiston, docente di Fisica sperimentale all’Università di Trento, descrive provocatoriamente il funzionamento del modello di “intelligenza artificiale conversazionale” sviluppato da OpenAI nella conferenza Chat GPT: la macchina parla, ma sa quel che dice? Intelligenza umana e artificiale a confronto proposta da Passio sabato 24 febbraio all’Arengo del Broletto di Novara. Un’immagine paradossale, utile a sfatare il mito e l’alone di “magia” che avvolge, nel pensiero comune, i nuovi strumenti offerti dall’Intelligenza Artificiale — avverte il moderatore dell’incontro don Luca Peyron (direttore della Pastorale universitaria di Torino e docente di Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano). Per farlo, Battiston guida il pubblico “dietro le quinte” di un algoritmo che formula le frasi «componendo tra loro le parole casualmente, in base alla probabilità con cui si trovano associate nella sterminata quantità di testi memorizzati nel suo database, e che la macchina ha “rastrellato” per ricavarne informazioni». Chat GPT così si nutre di testi creati dagli umani – letti su libri, giornali, in Internet e sui social media – per crearne altri che, in modo plausibile, ne ricombinano parole e contenuti. «Io mentre vi sto parlando so cosa voglio dirvi e ho dimenticato le frasi che ho già detto. L’algoritmo invece non dimentica nulla di ciò che ha memorizzato, e lo sfrutta per generare nuove parole e frasi, ma non è guidato da un’intenzionalità». Originalità e creatività appaiono dunque l’esatto contrario di ciò che la chat può offrire, mentre il suo punto di forza sono l’enorme quantità di dati e la potenza nell’elaborarli, che superano di gran lunga le capacità di memorizzazione e la velocità di calcolo di una mente umana. Per questo «interrogare Chat GPT sarà fondamentale nelle professioni di domani per cercare informazioni e scrivere testi, e chi la usa dovrà diventare esperto nel formulare correttamente le domande da rivolgere all’algoritmo per ottenerne il meglio: un’abilità che si sta iniziando a insegnare in pionieristici corsi di “prompt engineering”». La chat è quindi uno strumento utile, ma che non può sostituire la relazione con altri esseri umani: «Tra noi e la macchina non c’è reciprocità, non si crea una relazione. Un vero dialogo si può avere solo con un altro interlocutore umano, e senza gli schermi frapposti dalla tecnologia». La macchina potrà così «farci provare emozioni e sentimenti, come YouTube, che è costruito per usarli fino a indurre dipendenza», spiega Peyron, ma non potrà scrivere “vere” lettere d’amore o inventare nuove barzellette e giochi di parole, perché — conclude Battiston — «è come un “pappagallo” che non sa generare ciò che l’uomo crea quando è emozionato e ispirato».



PRESENTAZIONE

Evento trasmesso anche in live streaming: www.youtube.com/user/passionovara/live

PASSIO: CHAT GPT SPIEGATA DAL FISICO ROBERTO BATTISTON
Funzionamento, potenzialità e limiti del modello di linguaggio OpenAI

Chat GPT, il modello di linguaggio artificiale sviluppato da OpenAI, è al centro dell’attenzione nell’incontro pubblico proposto da Passio, la manifestazione di Cultura e arte attorno al mistero pasquale promossa dalla Diocesi di Novara, sabato 24 febbraio alle ore 17, presso l’Arengo del Broletto di Novara, quando Roberto Battiston (docente di Fisica sperimentale, Università di Trento) tratta il tema Chat GPT: la macchina parla, ma sa quel che dice? Intelligenza umana e artificiale a confronto, intervistato da don Luca Peyron, direttore della Pastorale universitaria di Torino e docente di Teologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il funzionamento dell’algoritmo viene “smontato” per comprenderne il funzionamento e apprezzarne le potenzialità e i possibili impatti positivi – e gli eventuali rischi – nel mondo dell’informazione e dell’educazione.