Sabato 05 Aprile 2014, h 10:00
Imago Pietatis, Amor Communitatis
Segni della religiosità di un popolo
Cannobio, Hotel Il Portico
» Mostra mappa
Conferenza
Relatori: don Mario Perotti, direttore dell’Archivio storico diocesano e docente di storia della Chiesa; Pierangelo Frigerio, cultore di storia e arte locale
A cura di: Santuario della S.S. Pietà di Cannobio
» Passio 2014: calendario

DESCRIZIONE

PRESENTAZIONE

Sangue e acqua, che iniziano a sgorgare dal costato di un Cristo morto, dipinto su una pergamena, da cui si stacca anche una costola, di vera carne umana. È il miracolo avvenuto a Cannobio nel 1522. L’inaugurazione della mostra fotografica che ne illustra le reliquie, è l’occasione per ripercorrere la storia della fede che nutre la vita di una comunità.
MARIO PEROTTI, Imago Pietatis, Amor Communitatis. Rivisitazione dell’immagine prototipo della SS. Pietà per coglierne il messaggio.
Un quadretto di devozione domestica (in solario domus domini Thomae de Zaccheis) con delle raffigurazioni “monstrantes”. Che sia una “predica per immagini” lo indica anche il supporto, che non è un sepolcro, ma un pontile o pulpito in legno.
a. Che cosa esprimono le immagini: Fonti da cui derivano (la Messa di S.Gregorio per il Cristo, l’ostensione della sindone a Costantinopoli; la Vergine vicina a Cristo a sostenerlo. Deposizione, mediazione. Giovanni in atteggiamento meditativo di chi osserva commosso. Attorno ci sono gli “arma Christi”, che specificano fasi della passione fino alla morte.
b. Testi dei Padri della Chiesa (Giovanni Crisostomo, Agostino)
c. La devozione medievale (San Bernardo, lo Stabat Mater, ecc.)
d. Uso dell’immagine come “ars moriendi”
e. La devozione alla passione come atteggiamento comune della “christianitas” europea, fonte emotiva che smuove alla adesione visiva al Cristo Redentore (cfr. Tesi di Lutero).
L’ imago Pietatis diviene caratterizzante la comunità, che si sente convocata ed ammaestrata dalle piaghe gloriose del Risorto.
PIERANGELO FIRGERIO, Un’immagine che racconta. Segni della religiosità d’un popolo
Le immagini esposte, rilevate in un ampio intorno di Cannobio, si ispirano esplicitamente o indirettamente alla iconografia della tavoletta quattrocentesca che sta all’origine del miracolo della Sacra Costa (1522): la Pietà, il Cristo deposto nel sepolcro dalla Madre e da san Giovanni, i simboli della Passione intorno. L’arco temporale è quello dei cinque secoli trascorsi.
Tutta Cannobio vi è rappresentata; la società civile che ha costruito, ornato e sempre amato il proprio Santuario; il clero con i legni antichi e recenti della chiesa di San Vittore e gli argenti che risalgono al cardinale Federico Borromeo.
Colpiscono gli affreschi sui muri di contrade urbane e montane, spesso logorati dal tempo, voluti da devoti offerenti come costante richiamo al sacro nella vita quotidiana. Evocando la religiosità d’un popolo, intensa e capillare, simile patrimonio costituisce un retaggio d’arte e di spiritualità che merita studio e tutela. Rallegra che spazi consacrati e spazi stradali abbiano visto recenti riprese del filone antico: nuove sculture in legno, eredi della tradizione subalpina, e nuove pitture su muro, segni consolanti d’una storia che continua.