L’uomo contemporaneo, nella sua lontananza da Dio e nella sua incapacità a vivere realmente la libertà, è anche incapace di avvertire il senso del peccato, poiché esso implica una radicale responsabilità. Questa condizione interiore di fondo giunge anche a toccare il cuore del cristiano e lo rende incapace di percepire la bellezza e la profondità del sacramento della Penitenza, che lo rende partecipe della potenza del Mistero pasquale del Signore Gesù, morto per i nostri peccati e risorto per la nostra giustificazione.
Il percorso che viene sopraindicato ha come scopo quello di aiutare i credenti a ritrovare l’irrinunciabile dimensione teologica del sacramento, il contesto fiducioso e gioioso del momento celebrativo, la vita cristiana come costante cammino di conversione e di santità.
Le parole di Evagrio Pontico, rivolte a un penitente, sono illuminanti per riscoprire la grazia del sacramento sulla coscienza credente: “Vuoi sapere chi tu sei? Non pensare a quello che sei stato con i tuoi peccati, ma pensa all’immagine che Dio aveva di te quando ti ha creato”.