Domenica 20 Marzo 2016, h 21:00
«Et inclinato capite tradidit spiritum»
Meditazione musicale sulla Passione di Cristo
Novara, Convento francescano cappuccino di San Nazzaro della Costa
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Meditazione musicale
Dirige: Simone Pedroni
Con: Schola Gregoriana Benedetto XVI

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TESTI


DESCRIZIONE

PRESENTAZIONE

 

«ET INCLINATO CAPITE…». IL GREGORIANO CANTA IL MISTERO
La schola Benedetto XVI con Simone Pedroni nella chiesa di San Nazzaro

Le antiche note del canto gregoriano risuonano a Novara, nella chiesa del convento di San Nazzaro, alle ore 21 di domenica 20 marzo, a contemplazione orante della Passione. A proporle è la Schola Gregoriana Benedetto XVI, diretta da Simone Pedroni, che presenta una meditazione musicale incentrata sui canti della Domenica delle Palme e della Settimana Santa. Incominciando dal trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme si passa alla contemplazione del mistero della morte del Signore, che culmina nel canto della Passione secondo Giovanni, “pregata” drammaticamente assegnando ad ogni personaggio un cantore. In conclusione, il responsorio Tenebræ e il raro tropo “Kyrie Qui Passurus”, presentato nella singolare recensione del manoscritto di Orta san Giulio.

 

 

SCHOLA GREGORIANA BENEDETTO XVI

La Schola Gregoriana Benedetto XVI, fondata nell’anno 2008 con la benedizione e l’approvazione del Vescovo di Novara Renato Corti e diretta dal M° Simone Pedroni, è sorta con il preciso intento di attualizzare i documenti del Concilio Vaticano II riguardanti la musica sacra. La Costituzione Sacrosanctum Concilium così si esprime al n.116 “La Chiesa riconosce il canto gregoriano come canto proprio della Liturgia romana: perciò, nelle azioni liturgiche, a parità di condizioni, gli si riservi il posto principale”. Constatando la discrasia tra l’assunto e la sua realizzazione, la schola si è lentamente impegnata nel riportare a livello parrocchiale la bellezza del canto gregoriano. Sorta originariamente nella chiesa di San Marco in Novara, ha per qualche anno portato il nome “Carolus a Basilica Petri”, in onore del vescovo novarese Carlo Bascapè, le cui spoglie riposano tuttora nella suddetta chiesa. Successivamente è divenuta parte integrante della vita liturgica della parrocchia Madonna Pellegrina in Novara su impulso del parroco don Franco Belloni. Simone Pedroni ha allora maturato la scelta di mutare il nome della Schola in “Benedetto XVI” a seguito della straordinaria ricchezza de magistero di questo Papa dedicato alla musica e alla musica sacra, che risuona come un invito all’attuazione estrinseca delle ragioni per cui la schola stessa è sorta. Per statuto la Schola non tiene concerti ma partecipa esclusivamente alle liturgie parrocchiali o a quelle di chiese che desiderano reintrodurre le loro comunità alla partecipazione attiva tramite l’ascolto orante. La schola infatti, oltre al cosiddetto “gregoriano popolare”, si dedica principalmente alla realizzazione di quei brani (il “Proprium Missæ”) che sin dalle origini erano destinati ad un piccolo gruppo di cantori preparati ad affrontarne le difficoltà. Il canto gregoriano, preghiera cantata nata per la liturgia, solo in essa trova la sua perfetta ragion d’essere. Vero candelabro e ostensorio della Parola di Dio, con uno sterminato repertorio trasmesso oralmente da maestro ad allievo, lectio divina che permette al testo sacro di penetrare nel cuore dell’orante svelando significati che sono preclusi alla semplice omiletica, il gregoriano possiede la forza di in-cantare, di distogliere il cuore dalle preoccupazioni perché esso si dilati e si orienti a Dio, nell’adorazione e nel silenzio attonito.

La Schola Gregoriana Benedetto XVI presenta una meditazione musicale incentrata sui canti della Domenica delle Palme e della Settimana Santa del repertorio gregoriano. Incominciando dal trionfale ingresso di Gesù a Gerusalemme si passa alla contemplazione del mistero della morte del Signore, culminando nel canto della Passione secondo Giovanni, “pregata” drammaticamente assegnando ad ogni personaggio un cantore. Il responsorio Tenebræ e il raro tropo Kyrie Qui Passurus (qui presentato nella singolare recensione dei manoscritto di Orta san Giulio) concludono la meditazione musicale. Le ultime tre parole del tropo Kyrie Qui Passurus, nel medioevo inserito alla fine del mattutino del venerdì santo, non vengono cantate ma ”dette” solennemente, come se l’autore della vita, portato via dagli uomini, li avesse anche privati della possibilità del canto, secondo la bella espressione del Concilio Vaticano II là dove “il canto della Chiesa” si ritiene “introdotto da Cristo sulla terra”.

 

PROGRAMMA

1. Antifona HOSANNA FILIO DAVID e Salmo 117
2. Antifona PUERI HEBRÆORUM e Salmo 23
3. Inno GLORIA LAUS
4. Responsorio INGREDIENTE DOMINO
5. Responsorio Graduale CHRISTUS FACTUS EST
6. Offertorio IMPROPERIUM
7. Communio PATER
8. PASSIO D.N.I.C. SECUNDUM IOHANNEM
9. Responsorio TENEBRÆ FACTÆ SUNT
10. Antifona ECCE LIGNUM 11. Antifona CRUCEM TUAM e Salmo 66
12. Inno CRUX FIDELIS 13. Tropo KYRIE QUI PASSURUS