Venerdì 25 Marzo 2016, h 20:00
«Andremo alla casa del Signore!»
Pellegrinaggio della Misericordia al Duomo di Novara - Giubileo della città
Novara, Duomo
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Incontro di preghiera
Con: mons. Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara
A cura di: Comitato per il Progetto Passio

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DESCRIZIONE

CRONACA

VENERDÌ SANTO, EVENTO GIUBILARE IN CATTEDRALE
Nel segno del pellegrinaggio, la partecipazione corale delle comunità novaresi

«Dunque tu sei re?». La domanda che Ponzio Pilato rivolge a Gesù nel corso del processo che porta alla sua condanna è il centro della riflessione che mons. Franco Giulio Brambilla offre al pubblico riunito nella Cattedrale di Novara nella celebrazione cittadina della sera di venerdì santo 25 marzo. È il punto di arrivo di un pellegrinaggio che chiama le parrocchie di Novara a convergere verso il Duomo per celebrare, nell’Anno giubilare, il mistero della misericordia di Dio nell’offerta di sé che Gesù compie sulla croce. I fedeli giungono così a piedi, in cammini processionali partiti dalla rispettive chiese parrocchiali (San Martino, Madonna Pellegrina, San Giuseppe, Centro Città, Torrione, San Francesco e Sacra Famiglia) o da punti di ritrovo ai margini del centro cittadino (parrocchie di Sant’Agabio, Veveri, Sant’Antonio, Sant’Andrea, san Rocco, Santa Rita, Bicocca e Vignale), radunandosi nel quadriportico della Cattedrale. Ad attenderli è il Vescovo, che per primo varca la Porta Santa. L’incontro con il Cristo ha quindi inizio con la venerazione del Crocifisso, esposto nella navata centrale, cui i pellegrini si accostano con baci e gesti di affetto, accompagnati dal canto del coro della comunità novarese di Comunione e Liberazione e della lettura di brani della Misericordiæ Vultus di papa Francesco. Segue la lettura della Passione secondo San Giovanni, cui prendono parte gli attori del Venerdì Santo di Romagnano Sesia e il popolo stesso, chiamato a interpretare le parti di sacerdoti e soldati perché – ricorda don Silvio Barbaglia – «Gesù è morto per salvarci dai nostri peccati ma anche a causa di essi, e desideriamo chiedere il suo perdono». Il testo evangelico, intervallato dai canti del coro delle celebrazioni della vescovili, è commentato da immagini d’arte del Sacro Monte di Varallo, della Madonna delle Grazie di Varallo e dei gruppi statuari della Passione custoditi ai musei diocesani. «Gesù è presentato al popolo come re, percosso e incoronato per burla con delle spine – conclude il Vescovo –. La sua regalità si esprime nell’essere servo, e signore dei nostri cuori, per portarci a Dio e agli altri uomini, perché anch’essi si salvino. Egli è venuto a salvare ogni uomo, senza dimenticare il discepolo “nascosto” e il discepolo “notturno” che ci abitano: Giuseppe di Arimatea e Nicodemo. Proprio a loro, rappresentanti della parte di noi più restia a mostrarsi “in piazza” e venire alla luce, viene affidato il compito di accogliere il corpo di Gesù, deposto dalla croce».



PRESENTAZIONE

 

A piedi dalle chiese parrocchiali di Novara, in processione verso il Duomo, nella sera del Venerdì Santo, per vivere l’esperienza del perdono e il dono della Misericordia, offerto da Gesù morente in croce.

Il venerdì santo, cuore della liturgia pasquale, è il punto di arrivo della proposta artistica e cultura di Passio, fonte e culmine del mistero della misericordia che Dio offre all'umanità. Per questo le tradizionali processioni di questa giornata assumono quest'anno un carattere straordinario e intonato all'Anno giubilare.

«Dobbiamo comprendere – afferma don Silvio Barbaglia, presidente del comitato organizzatore – come la misericordia di Dio scaturisca dall’offerta di sé che Gesù compie morendo sulla croce. Le tradizionali processioni del venerdì santo si trasformano così in un pellegrinaggio dell’intera comunità cristiana novarese verso il Duomo, per varcare la sua Porta Santa». È il primo di altri eventi di pellegrinaggio, organizzati a livello vicariale e diocesano, offerti come occasioni per sperimentare l’abbraccio con un Dio che – come il padre della parabola del Vangelo secondo Luca – corre incontro al figlio che ritorna a casa in cerca di soccorso e perdono, gli si getta al collo, baciandolo, e ordina ai servi di fare festa. È la gioia del perdono e della misericordia, “via che unisce Dio e l’uomo”, atto creativo di un Dio che, con il suo Spirito, ricostruisce la relazione vitale che l’uomo ha rotto col peccato.