«Dio disse: “Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza”» (Gn 1,26). Per la Bibbia l’Uomo è stato creato a “immagine di Dio” e “a sua somiglianza”. La creazione dell’uomo è una “decisione” di Dio: l’uomo è posto nel mondo come un essere “singolare”, che sta di fronte a Lui. Egli è il suo partner nella creazione, e lo è come uomo e donna («maschio e femmina li creò», Gn 1,27). La Bibbia dice che l’uomo è “immagine”, perché è il “tu” di Dio, è Colui che sta in “relazione” con Lui, nella reciprocità di uomo e donna.
La tradizione ha indicato l’essere immagine nella “spiritualità”, facendo leva sulla similitudine con Dio che è Spirito. Relazione a Dio e all’altro da sé è il senso biblico dell’immagine; l’essere spirituale è il significato che proviene dalla tradizione. Ecco la “singolarità” dell’uomo: egli è persona, perché è un essere “spirituale” (irripetibile) e “relazionale” (all’altro da sé e a Dio).
La duplice dimensione della persona (identità e relazione) dicono la “singolarità” Umana. L'identità dell’uomo si trova nella relazione all’altro, con cui scopre sé stesso, mettendosi in gioco (con l’altro/a e con Dio) e narrando (la parola) questa reciprocità. L’uomo è perciò un essere relazionale, agente e parlante. Questo è lo spazio dell’Umano nell’era della cosiddetta “intelligenza artificiale”.
La qualità relazionale dell’uomo-donna, la loro collocazione nel mondo, la reciprocità con il tu dell’altro, spiegano l’emergenza dell’uomo rispetto al mondo animale. L’uso della parola “intelligenza” con l’aggettivo “artificiale” fa brillare il paradosso della differenza umana. La sua singolarità non può essere rubata, nessun algoritmo potrà dire o riprodurre l’intuizione, la sensibilità, l’emozione, la creatività dell’umano, ma soprattutto la sua decisione morale e la relazione al suo destino.
Non abbiamo paura: l’intelligenza artificiale ci farà “funzionare” di più e meglio, ma solo ragione e volontà ci faranno “esistere” come esseri che credono, amano e sperano. La libertà di una persona, l’amore di un papà e una mamma, l’amicizia tra due individui, la passione civile per il bene dell’uomo, la custodia della casa comune, non sono programmabili.
Se qualche robot o macchina digitale dovesse decidere al nostro posto basterà staccare la spina. I responsabili della vita collettiva dovranno certo dettare le regole per cui l’enorme sapere della rete non possa imbrogliarci con le fake news e soprattutto manipolare le regole della convivenza civile e democratica. Di fronte al possibile abuso, non possiamo vietare il buon uso: lì troveremo sempre l’irriducibile intelligenza e la libera volontà dell’uomo, l’essere che è il Tu di Dio!
+ Franco Giulio Brambilla
Vescovo di Novara