È l’Intelligenza Artificiale il tema affrontato dall'edizione 2024 di Passio, il progetto di “Cultura e arte attorno al mistero pasquale” promosso dalla Diocesi di Novara che – dal 14 febbraio al 7 aprile 2024 – propone in città di Novara un programma di eventi nel segno dell’arte, della cultura e della spiritualità. La manifestazione, intitolata “A Sua immagine lo creò. Quale spazio per l’umano nell’era dell’Intelligenza Artificiale?”, propone una riflessione sulla rivoluzione digitale in corso, per valutarne gli impatti sociali, i risvolti etici, e gli interrogativi posti all’identità stessa dell’uomo.
«L’uso della parola “intelligenza” con l’aggettivo “artificiale” fa brillare il paradosso della differenza umana», scrive mons. Franco Giulio Brambilla, nel suo messaggio per l’avvio di Passio 2024: «La sua singolarità non può essere rubata, nessun algoritmo potrà dire o riprodurre l’intuizione, la sensibilità, l’emozione, la creatività dell’umano, ma soprattutto la sua decisione morale e la relazione al suo destino». Se la nuova tecnologia può consentire progressi in molti campi, non si può tuttavia lasciare che essa sfugga alla vigile responsabilità dell’uomo, perché «ci farà “funzionare” di più e meglio, ma solo ragione e volontà ci faranno “esistere” come esseri che credono, amano e sperano».
Dunque, Passio 2024 «è l’occasione per riflettere su una rivoluzione, trasversale a ogni campo dell’attività umana, – spiega don Silvio Barbaglia, presidente dell’ente promotore Nuova Regaldi ETS – in cui le macchine stanno sostituendo non più il solo lavoro muscolare, ma anche la stessa attività pensante dell’uomo». Per questo questa nuova tecnologia solleva grandi interrogativi di natura etica, e Passio intende offrire strumenti culturali per «apprezzarne le grandi potenzialità e interrogarsi sulla necessità che essa sia resa sicura e affidabile, e che i vantaggi che essa offre siano disponibili a tutti, affinché l’uomo sia protagonista, e non spettatore o vittima, di questo nuovo e grande cambiamento globale».
Il cuore della proposta culturale del progetto si articola in sei incontri, con relatori di rilievo nazionale e internazionale, che esplorano l’Intelligenza Artificiale nelle sue provocazioni valoriali ed etiche e nelle sue declinazioni nel campo della manipolazione del linguaggio (Chat GPT), dell’informazione e dell’opinione pubblica, di economia, lavoro e finanza e dell’attuale industria e strategia bellica.
«E Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò» (Gn 1,27). La consapevolezza di portare nel proprio volto i tratti del volto stesso di Dio, espressa nel racconto di origine, si fa vocazione instancabile dell’uomo a esplorare e conoscere il reale, e a dominare gli esseri viventi. Debole e vulnerabile nel corpo, l’uomo è capace di creare strumenti che lo aiutano nel compito di proteggere la sua vita, migliorarne le condizioni, esprimere la sua creatività.
È la storia della tecnologia e della cultura, dall’invenzione della ruota e della scrittura all’attuale rivoluzione digitale. Una rivoluzione, quest’ultima, trasversale a ogni campo dell’attività umana, in cui le macchine stanno sostituendo non più il solo lavoro muscolare, ma anche la stessa attività pensante dell’uomo: usare e manipolare il linguaggio umano, raggiungere obiettivi prefissati “imparando” autonomamente e adattandosi a contesti mutevoli, gestire quantità straordinarie di informazioni in tempi brevissimi.
A immagine del sapiens, così appare sempre più conformata la macchina, imitando, in misura crescente, quelle capacità uniche che rendono tale l’essere umano, e affiancandosi a lui per agevolarne i compiti. Quale spazio resta per l’uomo? La rivoluzione, già in atto, è una grande opportunità per la specie umana, o la minaccia di una sua radicale umiliazione e sconfitta? Certamente essa solleva grandi interrogativi di natura etica, per orientare al bene comune le grandi potenzialità di questa tecnologia, perché sia sicura e affidabile, e perché i vantaggi che offre siano disponibili a tutti, e così l’uomo sia protagonista – e non spettatore o vittima – di questo nuovo e grande cambiamento globale.